L’ONU ADOTTA LA 65a RISOLUZIONE DI CONDANNA CONTRO LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI IN IRAN


Maryam Rajavi: “La teocrazia al potere in Iran deve essere isolata dalla comunità mondiale, il suo dossier presentato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e i suoi leader devono affrontare la giustizia per crimini contro l’umanità” 
“Nel condannare le sistematiche e massicce violazioni dei diritti umani da parte del regime teocratico al potere in Iran, la risoluzione dell’ONU conferma ancora una volta che questo regime calpesta palesemente i più fondamentali diritti del popolo iraniano in ogni ambito politico, sociale ed economico”, ha detto Maryam Rajavi, la Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, salutando la 65a risoluzione dell’ONU che condanna le violazioni dei diritti umani in Iran.
“Il regime iraniano non è in alcun modo consono al 21° secolo e deve essere isolato dalla comunità mondiale”, ha aggiunto Maryam Rajavi.
La risoluzione dell’ONU sottolinea “l’allarmante alta frequenza” dell’uso della pena di morte, anche nei confronti dei minorenni, “l’utilizzo diffuso e sistematico della detenzione arbitraria”, le pessime condizioni carcerarie che “negano deliberatamente ai prigionieri l’accesso a cure mediche adeguate” e “casi di morti sospette in custodia”.
Considerando gli altri crimini del regime e le politiche repressive che la risoluzione omette di elencare, come assassinare sistematicamente gli oppositori all’estero e privare il popolo dell’Iran del diritto di decidere il destino del suo paese, di godere di uno stato di diritto, di avere accesso a processi equi, di avere libero accesso all’informazione e di creare unioni e sindacati indipendenti per lavoratori, studenti ed impiegati governativi, è giusto dire che il regime iraniano è il più crudele e aggressivo violatore dei diritti umani oggi nel mondo.
La comunità mondiale deve perciò presentare il dossier sui crimini del regime al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e riconoscere il diritto del popolo iraniano a combattere contro un regime tanto disumano.
Maryam Rajavi ha ribadito: “L’esempio più chiaro delle gravi violazioni dei diritti umani in Iran, è il massacro dei prigionieri politici del 1988, perpetrato dalle principali istituzioni e leader del regime i quali, ancora al potere, difendono ancora questo crimine e restano immuni alla pena. La comunità mondiale deve affrontare una enorme prova: quella di investigare e perseguire i responsabili di questo grande crimine contro l’umanità”.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

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